Il vezanese Silvio Filiaggi è intervenuto in radio per trattare di un argomento assai attuale e pericoloso: il nucleare.
L’ingegnere Silvio Filiaggi nel suo intervento di martedì 17 febbraio ha sottolineato il pericolo incombente in Italia, nonostante il nostro paese abbia rinunciato al nucleare.
“Abbiamo rinunciato – ha sottolineato il vezzanese- ma abbiamo una situazione di rischio nonostante le chiusure di Caorso e Trino Vercellese e Latina. Sono passati quasi ventinove anni dal più grave disastro nucleare mai avvenuto in una centrale nucleare quello di Chernobyl in Ucraina era il 26 aprile 1986 ed i cui effetti sono ancora oggi pesantissimi”.

Per la prima volta un intero continente è stato in balia di un pericolo invisibile, non tangibile. “La preoccupazione del rischio- ha continuato Filiaggi- è molto alta, in Europa esistono tante centrali nucleari, quelle a noi più vicine sono in Francia e Svizzera e Slovenia. Per non parlare della Germania per esempio che produce energia nucleare con vecchi reattori e che forse li dismetterà nel 2022”.
Il disastro di Chernobyl aprì gli occhi dell’opinione pubblica mondiale sui rischi della produzione di energia elettrica attraverso la fissione nucleare. In Italia i contraccolpi politici furono fortissimi, perché soltanto un anno dopo dall’incidente un referendum mostrò la contrarietà di milioni di italiani verso l’energia nucleare. Sull’onda di quei referendum, i governi in carica fra il 1988 e il 1990 misero definitivamente fine all’esperienza nucleare italiana (fino a quel punto abbastanza modesta in realtà), con la chiusura delle tre centrali funzionanti e l’abbandono del progetto unificato nucleare.
Recentemente, nel 2011, un nuovo referendum ha bloccato sul nascere i progetti di una nuova stagione nucleare in Italia, sull’onda stavolta di quanto avvenuto a Fukushima dopo il terremoto dell’11 marzo 2011.
“E poi mi chiedo -conclude l’ingegnere- perchè dobbiamo pagare in bolletta ancora il nucleare che non c’è più. Ora corriamo anche il rischio con le crisi in Ucraina e Libia di avere dei problemi di approvigionamento di petrolio e così la crisi che stiamo vivendo anche per colpa dei costi molto alti della nostra energia rischia di accentuarsi ulteriormente”.
È stato un intervento competente e attuale più che mai quello del vezzanese e molto aprezzato da quanti l’hanno ascoltato e poi il passa parola ha fatto il resto.
Domenico Amidati