Fondazione “Dopo di Noi”

L’Unione dei Comuni Bassa Reggiana da alcuni mesi ha messo al centro della propria agenda il tema del DOPO DI NOI, un argomento complesso che coinvolge i disabili e le loro famiglie, insieme agli inevitabili e delicatissimi aspetti emotivi e affettivi, ma anche ai problemi giuridici, economici, assistenziali e abitativi che vanno affrontati a livello territoriale, nell’ottica di una partecipazione condivisa, consapevole e solidale.
Per questo, è stato organizzato un incontro con le famiglie che usufruiscono dei servizi del nostro territorio, ovvero dei centri socio-riabilitativi o socio-occupazionale, delle cooperative sociali e dei centri diurni, come Sartoretti a Reggiolo, Colibrì e Bettolino a Novellara, Anffas a Guastalla, per ascoltare i loro bisogni, evidenziare le difficoltà, recepire le richieste di aiuto, sviluppare nuovi progetti che migliorano la qualità della vita, dei portatori di disabilità come dei loro famigliari.
L’incontro si è tenuto giovedì 30 ottobre presso l’aula Falcone nella sede provvisoria del Municipio di Guastalla in via Castagnoli 7 (ex tribunale). Vi hanno partecipato numerosi genitori di ragazzi disabili che si sono confrontati con gli assessori al welfare dei comuni associati.
L’assessore guastallese Matteo Artoni, nel dare il benvenuto a una sala gremita di gente, ha spiegato che con questo primissimo appuntamento si vuole iniziare ad affrontare concretamente il tema del Dopo di Noi e stimolare la crescita della Fondazione nata nel 1999.

 

“Cosa è cambiato rispetto al passato? – ha esordito – È nato un tavolo di assessori al welfare, agevolato anche da una politica omogenea negli intenti, che intende colmare alcune lacune degli anni scorsi rispetto ai bisogni sociali del territorio e stimolare un dibattito proficuo fra i diversi attori, per rispondere davvero alle esigenze delle famiglie con disabili. Iniziamo ascoltando le famiglie e le loro reali necessità”.
Poi ha preso la parola Massimo Gazza, sindaco delegato Welfare, che ha approfondito le ragioni di questo incontro: “Subito dopo le elezioni del 25 maggio scorso, abbiamo cominciato ad affrontare in modo corale il tema della disabilità perché siamo consapevoli che un comune, da solo, non è in grado di portare a risultati significativi. Vogliano fare del sociale e delle politiche di welfare l’asse portante delle politiche della Bassa Reggiana. La fondazione Dopo di Noi esiste da molto tempo ma quello che abbiamo fatto fino a pochi mesi fa va migliorato e rigenerato, coinvolgendo attori diversi. Il nostro Dopo di Noi è partecipato solo da soggetti pubblici e questo è un limite. Il pubblico da solo non ce la fa, non ha le forze per affrontare queste problematiche, deve far rete con le famiglie, le associazioni e il privato sociale. Conosciamo le difficoltà delle famiglie con disabili e ci sentiamo la responsabilità di dare loro garanzie e aiuti”.
I Comuni della Bassa Reggiana nel loro complesso investono sulle politiche della disabilità oltre 2 milioni e mezzo all’anno ma Gazza ha sottolineato la necessità di fare rete, guardando anche ai modelli virtuosi vicini, come l’esperienza di Correggio, illustrata nel corso della mattinata anche dal dott. Sergio Calzati, presidente Dopo di Noi Correggio, con cui si può pensare di iniziare a collaborare fattivamente. Correggio ha creato una connessione positiva e proficua tra le varie associazioni, pubbliche e private.

Questo incontro è solo il punto di partenza di un percorso da condividere insieme nei mesi e negli anni a venire. Lo ha spiegato anche Sonia Gagnolati, assessore alle politiche sociali del Comune di Reggiolo. È delegata a seguire tutto il progetto Dopo di Noi insieme a Paolo Gozzi, ex assessore del Comune di Guastalla, attualmente coordinatore Anffas Guastalla.

“Obiettivo di questo incontro – ha detto la Gagnolati – è creare un tavolo di lavoro con i rappresentanti dei centri che lavorano con i disabili per proporre iniziative di sensibilizzazione della popolazione, progetti di raccolta fondi, promozione di programmi condivisi, creazione di nuovi servizi. Oggi abbiamo invitato i genitori di disabili che frequentano questi centri ma prossimamente raggiungeremo anche altre associazioni, altre famiglie con identiche problematiche e privati cittadini”.
L’assessore ha poi sottolineato l’importanza di considerare non solo il Dopo di Noi ma anche il Durante

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La presentazione della Fondazione Dopo di Noi avvenuta all’università di Reggio Emilia l’11 ottobre 2014

Ed è soprattutto su questo punto che sono intervenuti i genitori di ragazzi disabili che ieri mattina hanno manifestato la loro gratitudine e soddisfazione per l’organizzazione dell’incontro, ribadendo la necessità di avere strutture capaci di accogliere, anche per brevi periodi i loro figli. “Il Durante noi è un tema serissimo. Chi ha un disabile si dedica a lui 24 ore su 24, non riesce a fare altro, nemmeno andare in ospedale per sé. Avremmo invece bisogno di momenti di tregua e di respiro” ha affermato Margherita Gradi del gruppo di mamme “Cominciamo a volare”.
Un altro genitore, Giancarlo Paterlini dell’associazione Aut Aut, che rappresenta le famiglie con portatori di autismo, ha espresso la necessità di superare le singole associazioni legate alle singole patologie, auspicando un progetto che “supera i campalinismi ed è capace di coinvolgere tutti. Crediamo moltissimo in questo nuovo tavolo di lavoro promosso dall’Unione dei Comuni e lo sosteniamo con entusiasmo. Questo progetto testimonia che si sta muovendo qualcosa e che sta cambiando il modo di pensare nel contesto sociale. La disabilità non è una malattia infettiva, e la solidarietà è un valore da coltivare nella nostra comunità. Solo così il progetto di vita di questi ragazzi può migliorare e, insieme a loro, migliorano le condizioni di vita della famiglia che ogni tanto ha bisogno di ossigeno”.
Nicole Fiaccadori, colonna portante di Anffas Guastalla, che volle fortemente la Fondazione Dopo di Noi nel 1999, ha evidenziato anche il bisogno di un sostegno soprattutto quando i figli disabili invecchiano e le famiglie non ce la fanno più.

“Un problema recente, degli ultimi 6-7 anni. Prima il disabile aveva una aspettativa di vita breve, ora invecchia e, insieme a lui, invecchiano i suoi genitori che possono non avere più le energie fisiche e psicologiche di un tempo. Assicurare un sostegno da parte della comunità diventa pertanto indispensabile”. La Fiaccadori ha annunciato che questo tema sarà presto affrontato anche dalla Regione che ha in progetto una legge sul Dopo di Noi.
Era presente all’incontro di ieri anche Luciana Redeghieri, presidente dell’associazione “Sostegno e Zucchero” che rappresenta i famigliari di sofferenti psichici, figli traumatizzati cranici e malati mentali. “Coinvolgere la collettività è fondamentale per creare una rete di supporto e di sostegno, fra amici, assistenti sociali, istituzioni, ma bisogna che anche le famiglie facciano uno sforzo per fare uscire dal nucleo famigliare i loro congiunti che devono abituarsi a stare con altre persone. Questo regala momenti di ossigeno, una maggiore serenità alla famiglia e di conseguenza agli stessi figli e la possibilità di superare quel clima di pesantezza che purtroppo permea la nostra quotidianità”.
A conclusione degli interventi, tutti hanno concordato che deve nascere una nuova coscienza del durante e del dopo, dell’oggi e del domani, capace di coinvolgere tutti, anche le famiglie che non hanno problemi di disabilità. E gli invitati hanno ringraziato gli assessori al welfare per aver dato avvio ad una nuova progettualità in questo senso.