Il saluto alla prof. Rossi

Sono stati celebrati venerdì  3 ottobre nella parrocchiale di San Martino  i funerali della 86enne Vilma Ferrarini Rossi.

La santa messa di commiato è stata celebrata dal parroco don Pietro Pattacini coadiuvato da Don Claudio Gonzaga. Nell’omelia il parroco ha ricordato la defunta e l’ha ringraziata per il suo impegno pubblico nella scuola e per aver usato nel migliore dei modi i talenti che il Signore gli ha messo a disposizione. Commoventi i ricordi della mamma e nonna che i figli e i nipoti hanno espresso all’ambone.

In particolare quello del figlio Roberto che ha ricordato fra altre cose che la mamma era una donna di fede e un appassionata del latino e che vorrebbe concludere questo rito funebre con una preghiera prorio in latino: “In Paradisum deducant te Angeli, in tuo adventu suscipiant te martyres, et perducant te in civitatem sanctam Ierusalem. Chorus angelorum te suscipiat, et cum Lazaro quondam paupere æternam habeas requiem”.

Vilma-Ferrarini
Vilma Ferrarini

 

Vilma nota come “professoressa Rossi” si è spenta mercoledì  1 ottobre all’età di 86 anni presso l’Hospice di Montericco. Prima di chiudere la carriera di insegnante di lettere presso la scuola media di Vezzano, dove risiedeva dal 1973, aveva insegnato per diversi anni alle scuole medie di Villaminozzo, e prima ancora in uno sperduto distaccamento di scuola professionale che ebbe sede negli ultimi anni Cinquanta in località Gazzano. Interprete della professione dell’insegnamento come autentica vocazione, aveva allevato generazioni di studenti al rigore e alla disciplina, ma anche alla passione per lo studio. Proveniente da famiglia contadina, che imponeva ai figli il lavoro nei campi, ebbe la fortuna di incontrare nel suo percorso un parroco e un’anziana maestra.

Questi intravidero in lei spiccate doti intellettuali che, unite ad una forza di volontà quasi eroica, le permisero di completare gli studi a dispetto di ogni previsione. Ma il lascito più importante che la professoressa Rossi lascia alla nostra informe e frantumata scuola è l’amore. Non si può insegnare se non si ama: si amano prima di tutto i ragazzi che ci vengono affidati (e li si ama tanto più quanto più severamente li si educa), poi si amano le materie che si insegnano, senza le quali nulla può passare da noi insegnanti a loro. Infine si deve amare la scuola, che per quanto scalcinata e maltrattata sia, è l’istituzione cardine di una società che crede al futuro. L’insegnamento dopo la famiglia è stato la sua vita.

La prof era una persona schiva che non amava farsi notare ma non potevano passare inosservate la sua intelligenza, la sua competenza e la dedizione all’insegnamento che svolgeva con serietà,rigore e onestà intellettuale, tutte doti che hanno rappresentato un grande esempio. Donna dal temperamento forte era capace di slanci di affetto e generosità come pochi. La salma, dopo la funzione religiosa, è stata tumulata nel cimitero locale. Vilma lascia il marito Gabriele i figli Roberto, Maddalena, Paolo, GianPaola, GianEnrico, i generi le nuore i nipoti e i parenti.

Domenico Amidati