Giovedì 25 settembre, alle 20.30, nella basilica di Pieve di Guastalla viene presentato il terzo volume della raccolta “Storia della Diocesi”. Interviene il professor Mario Rosa in una lectio magistralis sulla coscienza storico-ecclesiale ancora viva e condivisa
da “La Libertà” del 20 settembre 2014
Nel secondo decennio degli anni del terzo millennio la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla si è arricchita di uno strumento culturale del tutto significativo.
Si tratta dei volumi della “Storia della Diocesi”. Sono già stati pubblicati dall’Editrice Morcelliana di Brescia i primi tre volumi (quattro tomi) negli anni 2012-2014; presumibilmente si può attendere il quarto volume (2 tomi) alla fine del 2015.
Perché una storia della Diocesi? Qual è la sua finalità specifica? È un’opera riservata unicamente a specialisti, o a cultori appassionati della storia?
A questi interrogativi ha già dato una risposta adeguata monsignor Adriano Caprioli, oggi vescovo emerito, quando ha curato una sua illuminante premessa al primo volume “Dalle origini al Medioevo”, in uno scritto del 15 agosto 2010.
Per il vescovo una storia della Diocesi è una riscoperta del mistero della Chiesa, come realtà umana e divina, spirituale e istituzionale, locale ed universale.
Monsignor Caprioli sottolinea inoltre che la Storia della Diocesi non è una parola riservata soltanto ai cristiani; diventa invece una parola di dialogo e confronto con tutta la società in cui la Chiesa è inserita: «Calata nel quotidiano, collocata in un territorio con tutte le sue configurazioni non puramente geografiche, ma sociali, economiche, istituzionali, spirituali e religiose, la storia di una Chiesa locale è profondamente intrecciata con la storia della società civile.
Diocesi è il vescovo, ma non solo: è la cattedrale, il clero, il seminario, il laicato, gli ordini religiosi, l’associazionismo cattolico, la liturgia, la pietà popolare, i santuari, confraternite ed opere pie, scuole ed ospedali, beni culturali ed opere d’arte, l’intero popolo di Dio radicato in un determinato territorio e caratterizzato da un proprio modo di vivere il Cristianesimo, in stretto rapporto con l’evoluzione della società civile. (…)
Attraverso la storia della propria Chiesa le comunità cristiane possono conoscere il volto della propria terra, l’animo della sua gente, la qualità delle sue tradizioni e istituzioni e, alla fine la bellezza di ogni aspetto del sentire e del pensare umano…».
I volumi della “Storia della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla” suscitano un moto iniziale di curiosità nei lettori, indirizzati a cogliere precise documentazioni sulla propria parrocchia e il contesto storico-culturale del territorio. Ma le finalità dell’opera vogliono essere più aperte e ambiziose. Redatti attraverso documentazioni mirate di ricerche in archivi diocesani e statali, in Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia, e nella consultazione di una vasta bibliografia storica, a livello scientifico, i capitoli dei volumi spaziano su grandi percorsi storici della Chiesa locale, nei secoli, a partire dalla prima “implantatio ecclesiae” nel territorio reggiano-guastallese, dal quarto secolo d.C. al Concilio Vaticano II.
Nel lungo tragitto secolare l’opera documenta forme e modalità di inserimento del cristianesimo nel territorio reggiano, agli inizi con le popolazioni romanizzate, poi con le popolazioni barbare dei Goti, dei Longobardi e dei Franchi e, in seguito, nel costituirsi, nei secoli VIII-IX, delle prime forme della “societas christiana”.
I centri nevralgici di irradiazione della fede cristiana hanno il loro punto di partenza nella città, sede del vescovo, con una successiva proiezione territoriale nelle pievi, presso le abbazie, negli hospitali, conventi, parrocchie, chiese castrensi e santuari…
Ma, al di là delle instaurazioni di presenza della Chiesa sul territorio, nei volumi è possibile cogliere l’originalità e la tipicità del volto delle singole comunità cristiane, a contatto con fenomeni politici e culturali, con le società e le istituzioni civili, dall’Impero Romano alle dominazioni barbariche, ai Liberi Comuni, Ducati, Signorie, Stato Unitario…
Il volto della Diocesi emerge inoltre nell’azione pastorale dei vescovi, del clero, dei religiosi, delle parrocchie, delle confraternite laicali, attraverso tanti progetti messi in atto nei campi promozionali dell’educazione scolastica, dell’assistenza e della carità e nei linguaggi culturali, fissati dall’arte e dalla musica.
Evidentemente i volumi della Storia diocesana non si presentano con il fascino letterario di un romanzo; alcune pagine risultano pensose e aprono a problemi non di immediata soluzione.
Si richiede una lettura attenta e non affrettata. Già oggi, molti lettori, sacerdoti e laici, hanno potuto apprezzare il vasto orizzonte culturale a cui l’opera conduce. Le pagine aprono all’immagine di una Chiesa aperta, creativa e missionaria anche nei periodi bui di persecuzione e scontro.
«A chi è destinata quest’opera storica? A tutti senza distinzione; non solo al clero, alle parrocchie, ai fedeli laici, ma anche alle scuole, alla Università, alle biblioteche comunali, ai centri culturali, della Città e del territorio, ai figli di questo nostro tempo, alle volte appiattiti sul presente che rischiano di perdere la memoria delle proprie radici cristiane e umane».
monsignor Giovanni Costi