San Giovanni di Querciola: dopo quasi cinque anni, domenica mattina 25 maggio è stato riaperto al culto il restaurato Santuario mariano di San Siro. Molti i fedeli accorsi da tutta la diocesi e provincia per questo evento tanto atteso.
Il religioso appuntamento della riapertura è stato officiato da monsignor Tiziano Ghirelli – direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi -coadiuvato da padre Marco Canovi; è stata anche l’occasione per ripercorrere la storia del santuario, soprattutto le ultime vicende del terremoto, che hanno portato alla chiusura dell’Oratorio e al conseguente ripiego delle celebrazioni mariane nel vecchio vicino locale una volta adibito a stalla.
Il recupero della stabilità del tempio è stato ottenuto grazie a un sostanzioso finanziamento della filiale di San Giovanni del Credito Cooperativo Reggiano e anche ad un generoso contributo della famiglia Maramotti oltre ai contributi di tanti parrocchiani.
Prima della Messa, celebrata alla presenza delle autorità, è stata fatta in sintesi la cronistoria del restauro. Ha iniziato il sindaco Bedeschi, che ha ringraziato i benefattori e quanti hanno contribuito a vario titolo alla riuscita del recupero del Santuario, che rappresenta la storia dell’intero territorio vianese. L’architetto Fausto Bisi ha spiegato come è avvenuto il restauro e in seguito sono intervenuti anche il presidente della Banca Carlo Maffei e del parroco di Viano don Franco Messori.
Monsignor Ghirelli nel suo intervento ha ricordato che la Diocesi dispone di 318 parrocchie e 630 complessi parrocchiali; fra questo patrimonio ci sono 70 chiese terremotate. Siamo preoccupati – ha detto – per i tanti edifici sacri che hanno bisogno di interventi. Per quanto riguarda San Siro, la soddisfazione per il suo recupero è tanta, grazie anche – ha sottolineato don Ghirelli – ai tanti benefattori, ai parrocchiani, a don Marco Canovi, per l’attenzione che ha sempre avuto verso questo edificio.
La manifestazione religiosa è stata seguita con tanta fede e devozione verso la Madonna; soltanto un così forte e profondo amore filiale verso la Beata Vergine, infatti, poteva richiamare tanti fedeli in questo luogo, ‘scomodo’ e solitario, ma al tempo stesso circondato da un atmosfera di grande suggestione e da un ambiente naturale che esercita una forte attrazione.
Alla fine della funzione religiosa è seguita, come da tradizione, la benedizione degli automezzi. La giornata di festa è proseguita con il pranzo preparato dalla Polisportiva sangiovannese. Una giornata nella quale i partecipanti hanno potuto godede, oltre che delle funzioni religiose, anche della musica suonata dal Corpo bandistico di Viano. Lo spettacolare panorama della valle del Tresinaro e la mistica atmosfera del Santuario hanno poi fatto da cornice ad un quadro d’altri tempi.Domenico Amidati