Il cardinale Camillo Ruini e la Canonizzazione di Papa Wojtyla

Nella foto (5 giugno 1988): un affettuoso ed emblematico gesto di Papa Giovanni Paolo II, che al Campovolo di Reggio Emilia poggia la sua mano sulla spalla dell’allora vescovo Camillo Ruini; sulla destra, il vescovo Gilberto Baroni.

C’è certamente anche un “tocco di reggianità” nella canonizzazione di San Giovanni Paolo II.

Fu infatti il concittadino cardinale Camillo Ruini – nella sua qualità di vicario del Papa per la diocesi di Roma – ad aprire solennemente nella basilica patriarcale di san Giovanni in Laterano il 28 giugno 2005 la fase diocesana della causa di canonizzazione.

Fu una decisione assunta in tempi brevissimi: Giovanni Paolo II era morto il 2 aprile. Veramente un inizio in tempi da record, grazie alla dispensa dai cinque anni di attesa dopo la morte, chiesta espressamente dal cardinale Ruini e annunciata da Benedetto XVI il 13 maggio al clero romano, sempre in San Giovanni.

La solenne chiusura della fase diocesana fu celebrata nella cattedrale di Roma dallo stesso “don Camillo”il 2 aprile 2007, due anni esatti dopo la morte di Giovanni Paolo II; 122 furono i testimoni ascoltati e tantissimi gli scritti di Karol Wojtyla esaminati.

Il cardinale Camillo Ruini è stato stretto collaboratore di Giovanni Paolo II, che nel 1983 lo elesse vescovo, facendolo ausiliare del vescovo Gilberto Baroni.

Nel 1985 lo nominò segretario della CEI; nel 1991 lo creò cardinale, vicario generale per la diocesi di Roma e presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

g.a.rossi

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