Il restauro della canonica di Santa Maria presso Castello Querciola, in territorio di Viano, costituisce una felice esperienza che ha visto coinvolte sinergicamente numerose istituzioni: dalla Curia con la parrocchia, proprietaria dell’immobile, al Comune – promotore del recupero -, dagli organi di Soprintendenza preposti alla vigilanza del restauro, all’Associazione per la Valorizzazione di Viano. Senza naturalmente dimenticare il team di progettazione coordinato e diretto dall’architetto Maria Cristina Costa.


[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]C[/dropcap]ome ben spiega nella recente pubblicazione monsignor GiovanniCosti, direttore del Centro diocesano di Studi storici, il borgo di Castello Querciola, sorto nel X secolo come rifugio delvescovo e della sua corte in caso di attacco armato alla città, ci racconta mille anni di storia intrecciando vicende storiche, politiche e artistiche di notevole rilievo. Nel corso dei secoli la canonica ha subito, insieme al borgo, un processo di progressivo abbandono, che ha determinato un conseguente degrado della struttura. A cavallo del nuovo millennio, l’allora parroco padre Marco Canovi ha fermamente voluto salvaguardare l’edificio dal possibile collasso, anche al fine di preservare il prezioso fregio ivi contenuto: il primo affresco del celebre pittore novellarese Lelio Orsi, i cui capolavori sono esposti in alcuni dei più importanti musei del mondo. Ha così avuto inizio un lento e paziente processo di recupero, durato circa dieci anni, nel quale sono state risanate le murature, ricostituito il tetto, reso accessibile e fruibile l’edificio e restaurate le opere pittoriche.
Molte maestranze specializzate hanno operato al fine di restituire l’edificio al suo antico splendore. In particolare il maestro d’arte Sabino Giovannoni, già capo restauratore dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ha sapientemente consolidato, pulito e integrato l’affresco di Orsi che rischiava di andare irrimediabilmente perduto.
Oggi la canonica di Castello Querciola è nuovamente fruibile come sede espositiva, spesso utilizzata per ospitare conferenze e rievocazioni storiche, consentendo a visitatori ed appassionati d’arte di apprezzare quest’opera giovanile del maestro novellarese, unico suo affresco ancora conservato in situ.