Slot Mob a Reggio Emilia contro i giochi mangiasoldi:26 baristi dicono NO

– da “La Libertà” n.8, dell’ 1 marzo 2014-

Sabato scorso Reggio Emilia è stata teatro della 30ª edizione di “Slot Mob”, una manifestazione che affronta la piaga sociale delle ludopatie in chiave positiva. Cioè non limitandosi a condannare i danni del gioco d’azzardo, che in Italia, nonostante la crisi, fattura quasi 90 miliardi di euro, ma promuovendo una riflessione su giochi alternativi e “socializzanti”. E anche diffondendo il consumo critico, andando a premiare materialmente, con i propri acquisti, gli esercizi commerciali che hanno scelto di non installare, o di togliere dai loro locali, le famigerate macchinette mangiasoldi. Rinunciando forse a qualche incasso, ma guadagnandone in salute degli avventori e in considerazione sociale. Quasi un “flash mob”, dunque, con la differenza che lo Slot Mob non ha alcunché di “flash” e punta a una sensibilizzazione permanente, sostenuta a Reggio Emilia anche dall’Amministrazione pubblica, che di recente è riuscita a imporre la serrata di una sala di video lottery per incompatibilità urbanistica (ricorso del gestore respinto dal Tar). Insieme all’annuncio dello “Slot Mob” è stato distribuito l’elenco dei bar senza slot del centro storico – ventisei – che hanno accolto la campagna.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]I[/dropcap] partecipanti alla manifestazione si sono radunati in piazza del Duomo attorno alle 16, presenti anche i politici Beppe Pagani, promotore in Regione Emilia-Romagna di una legge contro il gioco d’azzardo, e la parlamentare reggiana Vanna Iori, prima firmataria della legge al sostegno dei familiari colpiti dai disastri del gioco d’azzardo.

Matteo Iori, il primo da sinistra, presidente dell 'associazione "centro Sociale Papa Giovanni XIII"
Matteo Iori, il primo da sinistra, presidente dell ‘associazione “centro Sociale Papa Giovanni XIII”

 

Davanti al portico del Municipio ha parlato Matteo Iori , presidente dell’associazione “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII”, che proprio nel territorio di Reggio Emilia ha costituito una comunità terapeutica residenziale per giocatori patologici aperta tutto l’anno, la prima nel suo genere in Italia. Iori ha iniziato a snocciolare i drammatici dati del gioco d’azzardo assieme a quello che forse è il male peggiore: per ogni slot-machine che installa nel locale l’esercente ci guadagna 540 euro, come a dire: meglio che fare caffè. L’assessore Franco Corradini ha sottolineato l’impegno del Comune di Reggio Emilia, il secondo in Italia a attivare un ‘Azzardo Point’ per l’ascolto dei giocatori diventati dipendenti.

Il gruppo – piuttosto sparuto, ma in diversi si sono fermati incuriositi per ascoltare e chiedere informazioni – si è poi incamminato per il secondo momento: l’incontro con i baristi che hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione; il logo “Slot? No grazie” è stato così attaccato a “La Trampa”, sotto Broletto e al “Blanc Bar” di via Farini.

Il "Blanc bar" ha aderito alla manifestazione
Il “Blanc bar” ha aderito alla manifestazione

 

 

 

 

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]U[/dropcap]ltima tappa il Circolo “Catomes Tot”, dove Maria Antonietta Centoducati ha letto le testimonianze di Roberto, 43 anni, che chiede aiuto dopo che quello che era un gioco è diventata la sua malattia, di Patrizio, 64 anni, che gioca da quando ne aveva 15 e adesso si trova in cura al Sert di Reggio Emilia, ed infine quella di Antonietta, 58 anni, che chiede aiuto per suo marito, dopo che ha anche preso delle botte per il rifiuto di dargli i soldi per giocare.
Al “Catomes Tot” Matteo Iori ha proposto altre riflessioni “tra mercato e patologia”, esordendo in modo provocatorio: “Il gioco d’azzardo è proibito dalla legge, tranne quando la legge lo permette”. Poi le cifre: 61 miliardi di euro spesi nel 2010 sono diventati 89 miliardi nel 2012, e in ogni slot oggi vengono messi ogni mese 9.600 euro: tanti soldini per lo Stato, che ne spende un po’ per la pubblicità affinché la gente giochi con responsabilità… Non è ipocrita?
Per concludere, come nello spirito dello “Slot Mob”, sono state proposte sfide di biliardino e giochi di società per tutti negli esercizi “no slot”. Aperitivi, risate e partite in compagnia, ma senza gettoni o denaro in palio.

Edoardo Tincani

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