Da suor Chiara Lusetti, Missionaria Francescana del Verbo Incarnato, originaria di Villa Aiola ed ora in servizio nella missione di Bozuom, in Centrafrica, riceviamo questa bella testimonianza sulla storia di Hyppolite, un ragazzino paralizzato che è stato ospite nel campo profughi allestito nella parrocchia ed ora è ricoverato a Bologna per cure.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]H[/dropcap]yppolite è un ragazzo di 15 anni che sta frequentando ora il primo anno del liceo della missione di Bozoum in Centrafrica.
Quattro anni fa era in classe quando il maestro dovette uscire per un’urgenza, lasciando gli allievi in mano a un bambino capoclasse. Hyppolite non rispose correttamente ad una domanda del piccolo “delegato”; quindi venne punito, come era solito fare il maestro: “la correzione” consisteva nel fare la verticale con le gambe al muro. La punizione durò molto tempo e il bambino cadde, accusando un forte dolore alla schiena. Ritornò a casa accompagnato da amici, ma presto cominciava a perdere sensibilità alle gambe.
Venne portato all’ospedale di Bozoum, ma non vi erano le attrezzature necessarie nemmeno per fare una radiografia; quindi fu trasportato in ambulanza a Paoua – distante 100 km – dove operavano i “Medici senza Frontiere” ed era possibile effettuare la sospirata radiografia.
Il caso si rivela grave; i medici lo evacuano con un piccolo aereo a Bangui, dove farà altri accertamenti ma la diagnosi sarà la stessa: “devitalizzazione delle 5 vertebre sacrali con conseguente paralisi irreversibile”. Il bambino torna a casa dall’ospedale con in più una piaga da decubito che si allargherà in estensione e profondità fino a raggiungere le dimensioni di una grande arancia.
Il bambino comincia a perdere peso e a scoraggiarsi. Suor Graziana – una delle tre Missionarie Francescane del Verbo Incarnato della missione di Bozoum – lo assisterà quotidianamente per tre anni preparandogli un pasto nutriente e curandogli la piaga. Il bambino riprende peso e anche la voglia di vivere. La suora si preoccupa anche di comprargli un triciclo e di far realizzare una poltroncina comoda con un tavolinetto per permettergli di continuare la scuola.
Con il nuovo triciclo Hyppolite, oltre ad andare a scuola, frequenta anche il catechismo e il movimento dei Carismatici.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]È[/dropcap]un bambino vivace e intelligente, con tanta voglia di vivere e con una fede autentica; con gioia riceve il Battesimo il giorno di Natale. Numerose persone straniere in visita a Bozoum cominciano a interessarsi di lui e a proporre soluzioni per dargli un futuro migliore, ma il caso non è facile: anche un’eventuale evacuazione sanitaria all’estero si valuterà essere non risolutiva e di difficile realizzazione. Il bambino procederà con alti e bassi a causa di un ambiente di vita troppo sporco e precario, dove batteri e funghi non permettono una veloce cicatrizzazione della piaga. Trascorrerà, in tempi diversi, quasi cinque mesi a Bangui, presso un centro gestito da una dottoressa italiana la quale diagnosticherà un’infezione ai reni e una contaminazione da funghi, oltre alla constatazione della perdita di tre vertebre con la piaga da decubito, che raggiunge il 4° grado. Il risultato della lunga degenza sarà la quasi completa guarigione della piaga e una condizione fisica generale buona.
La mamma del bambino non riesce ad occuparsi di lui come sarebbe necessario, perché oltre ad essere vedova deve provvedere al sostentamento degli altri cinque figli piccoli.
Hyppolite continua con coraggio a vivere, ma la sua condizione non migliora, anzi peggiora, anche a causa della guerra. Hyppolite è stato ospite alla missione quando nei mesi scorsi si era trasformata in un campo profughi e ha dormito un mese in terra, di fianco alla porta del salone parrocchiale.
Il 3 febbraio finalmente, attraverso i “Medici senza Frontiere”, Hyppolite è partito con un piccolo aereo della Croce Rossa da Bozoum verso Bangui, dove l’8 febbraio è salito sul volo per Bologna. Ora si trova all’ospedale “Rizzoli” di Bologna, dove ha già subito un intervento per gravi infezioni diffuse. Il medico ha dichiarato: “Se un bimbo italiano avesse avuto un’infezione così grave sarebbe già morto”; grazie a Dio Hyppolite invece sta bene e può proseguire le sue cure.
Una storia fra le tante di quest’Africa abituata alla sofferenza, ma con tanta vita e tante risorse.
Chiara Lusetti