Piccole «gocce d’amore» Avo ‘recapitate’ nei reparti d’ospedale e nelle case di riposo

– da “La Libertà” n. 40, del 16 novembre 2013 –

Al mio arrivo alla scuola media «Fontanesi» di Reggio Emilia, mentre attendo di incontrare Paola Campo, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo «Kennedy», mi soffermo a osservare un cartellone con un grande girasole dai petali gialli; sorrido compiaciuta notando su uno di essi l’adesivo Avo (volontariato ospedaliero, ndr) che illustra il progetto «volontari insieme A VOi», che anche quest’anno, in occasione della Giornata nazionale Avo, abbiamo proposto alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado di alcuni Istituti comprensivi di Reggio Emilia, trovando un’adesione complessiva di 3.382 alunni.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]I[/dropcap]l progetto, che quest’anno ha il tema «con una goccia d’amore… tutto può cambiare», offre agli alunni, mediante la realizzazione di un elaborato grafico a forma di goccia, la possibilità di essere volontari Avo per un giorno, “donando” (simbolicamente e attraverso il proprio elaborato) a ciascun malato o anziano la propria «goccia d’amore», a rappresentazione di un sentimento o di un gesto di solidarietà.

girasolidarieta

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]G[/dropcap]li elaborati degli alunni saranno consegnati dai volontari Avo ai degenti dei reparti ospedalieri e delle case di riposo in cui opera la nostra associazione in occasione della prossima Giornata del Malato che si celebrerà nel febbraio 2014.
Le insegnanti Gabriella Arecco e Silvia Nobili mi illustrano come la proposta Avo si sia ben inserita all’interno di «Girasolidarietà», il più ampio progetto promosso dalla scuola e rivolto agli alunni e ai genitori, finalizzato a far conoscere, anche con una collaborazione e partecipazione attiva, le varie associazioni di volontariato presenti sul territorio cittadino.
Mi mostrano quel girasole, che già aveva catturato la mia attenzione, spiegandomi che il loro desiderio e obiettivo è quello di far sì che tutti i petali vengano riempiti con i nomi delle varie associazioni con le quali verranno fatte le esperienze di solidarietà.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]P[/dropcap]aola Campo sottolinea che il ruolo della scuola non deve essere solo quello di formare lavoratori, ma anche persone solidali e cittadini attivi, dunque è fondamentale per le istituzioni scolastiche creare una “rete” con il territorio coinvolgendo anche le famiglie.
Ecco quindi che la scuola media «Fontanesi» proporrà ai propri alunni, nel corso delle lezioni, momenti di conoscenza delle differenti associazioni di volontariato e poi una parte anche “pratica” come ad esempio l’esperienza di sabato 30 novembre, che vede alcuni alunni con i loro genitori impegnati come volontari alla Mensa Caritas e alla Colletta alimentare promossa dal «Banco Alimentare».

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]S[/dropcap]i aggiungono a noi, mentre parliamo, quattro alunni della classe II D, che con le loro «gocce d’amore» in mano – e con occhi e sorrisi pieni d’entusiasmo – a turno mi raccontano le esperienze di ‘volontariato attivo’ che hanno fatto e che faranno grazie a questa opportunità che offre la scuola. Alessandro mi parla subito del progetto Avo e mi racconta di avere letto il testo narrativo «Il mondo in una goccia» (appositamente scritto da Gulli Morini per l’occasione), in cui l’ospedale viene paragonato a un “mare” di sofferenza e la casa di riposo a un “mare” di solitudine… e i volontari Avo a tante goccioline d’acqua, ognuna diversa dall’altra, che portano amore e un po’ di colore nella vita delle persone; mi mostra quindi la sua «goccia d’amore» che attraverso un sole giallo e un prato verde vuole portare a un malato un sorriso di speranza. Poi mi racconta dell’esperienza concreta di volontariato che ha fatto con il «Banco Alimentare» partecipando anche a una raccolta di alimenti nel quartiere promossa dal gruppo di catechismo.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]A[/dropcap]lice, che ha riempito la sua «goccia d’amore» con altre gocce di verde speranza, abbracci rossi, sorrisi gialli e un azzurro gioioso, ricorda di quando – con i compagni e le maestre della scuola primaria «Leopardi» – andava alla Casa di riposo «I Girasoli» per realizzare le decorazioni natalizie insieme agli ospiti della struttura.
Anche Stheffy, che ha vissuto la stessa esperienza e che oltre a questi laboratori artistici ricorda anche le recite natalizie fatte per gli anziani, mi mostra la sua «goccia d’amore», che offre ai malati un messaggio di speranza: “I volontari ospedalieri aiutano ogni anno milioni di malati e noi vogliamo dare il nostro contributo e con questa dedica vi vogliamo dire di non smettere mai di lottare per la vostra vita”.
Infine Pietro, che ha fatto il volontario distribuendo i volantini nella Colletta alimentare, offre ai malati una «goccia d’amore» con un simpatico viso sorridente e l’augurio di guarire presto e trovare sempre qualcuno che li aiuti.

Alessandro

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]G[/dropcap]uardo l’orologio e mi accorgo che è trascorsa quasi un’ora e tra qualche minuto suonerà la campanella che segnerà la fine della giornata scolastica.
Prima di salutare i ragazzi chiedo loro un ultimo pensiero sul progetto Avo… Stheffy mi guarda e mi dice: “Mi piacerebbe poter vedere i sorrisi dei malati quando riceveranno le nostre gocce d’amore”.
Grazie ragazzi, per le vostre piccole ma preziose gocce d’amore traboccanti di colori e messaggi… Sarà anche grazie a voi che il mare di sofferenza che c’è in ospedale – e di solitudine che possiamo trovare in Casa di riposo – si riempirà d’amore e diventerà un arcobaleno!

Silvia Paglia

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