– da “La Libertà” n. 39, del 9 novembre 2013 –
Riflettori puntati sui rischi della legge antiomofobia, nell’incontro che si è svolto martedì 29 ottobre alla Sala “Bellelli” di Correggio, organizzato dal Circolo culturale “Piergiorgio Frassati”.
A parlarne, Gianfranco Amato, presidente dell’Associazione Giuristi per la vita, che sta conducendo una campagna di sensibilizzazione – nell’opinione pubblica e tra i politici – sulla pericolosità di quella che l’altra sera ha definito “una campagna mistificatoria”.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]C[/dropcap]ampagna che ha già visto una contro-campagna sposata dai Giuristi per la vita sul web journal “La nuova Bussola Quotidiana”, attraverso una sottoscrizione tra i lettori che è riuscita a porre un freno al dibattito in Parlamento.
Dibattito che però non ha impedito di approvare la legge alla Camera e che ora si troverà il Senato come nuovo banco di prova.
Amato ha spiegato che studi americani dimostrano come in Italia non esista un pericolo omofobia, perché gli omosessuali sono accettati dal 74% della popolazione. “Non siamo di fronte certo alla situazione che si trovarono dinanzi gli americani negli anni ’60 con le leggi sul razzismo”, ha spiegato Amato. “Ciononostante non si riconosce che una tutela normativa degli omosessuali è già garantita dall’articolo 3 della Costituzione”, ha insistito nel giustificare che in Italia non vi siano categorie sociali da tutelare.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]M[/dropcap]a Amato è andato al cuore del problema denunciando che “la bolla di sapone dell’omofobia è finalizzata ad altri obiettivi”. “Tutelare la categoria degli omosessuali significa arrivare a una variazione della natura pedagogica della legge. Così, criticare anche solo il matrimonio tra omosessuali costituirebbe un reato”.
Ma i rischi sono molto più profondi: perché la legge Mancino – che recepisce le normative sulla dignità di tutte le razze – viene presa tout court ed estesa agli omosessuali.
“E allora perché non gli obesi?”, si è chiesto. “Se equipariamo l’omosessualità alla razza, chiunque si dica contrario al matrimonio tra gay o alle adozioni potrebbe essere accusato di razzismo. Ma così verrebbero messi in crisi gli articoli 21 (libertà d’opinione) e 19 (libertà di culto) della Costituzione”.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]M[/dropcap]olta parte della conferenza è stata dedicata a illustrare la confusione in commissione alla Camera e successivamente in Parlamento durante il voto.
Amato ha denunciato il fatto che siano previste pene anche di sei anni oltre alle pene accessorie, che hanno il sapore della rieducazione coreana, e non ha mancato di denunciare il comportamento poco chiaro di Scelta Civica – che ha proposto di “esentare l’accusa di omofobia alle associazioni, ma ha accettato le aggravanti della rieducazione all’Arcigay per i trasgressori” – ma anche del Pdl, che si è dimostrato ingenuo nella trincea parlamentare, dando così al Pd la possibilità di far passare la legge alla Camera.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]C’[/dropcap]è anche il mondo cattolico “che non ha percepito la gravità della posta in gioco”, mentre uno dei rischi è il fatto che “sarà un giudice ad accertare il reato… di fronte ad accuse generiche o a persone che si sentono vittima in quanto omosessuali, come sarà trovato l’onere della prova? Sarà un giudice che a discrezione dovrà decidere che cosa è omofobia e che cosa no. Si tratta di un reato giurisprudenziale dove a stabilirne la natura sarà chi deve interpretare la legge: un sistema tipico dei regimi totalitari, perché in un sistema di diritto, così come è quello che abbiamo mutuato dai romani, un cittadino deve sempre sapere qual è la conseguenza del suo agire”.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]C[/dropcap]i sono poi altri aspetti: l’«omofobia» non è riconosciuta dalla scienza e dall’Oms. “In Inghilterra viene definito omofobia tutto ciò che viene percepito come tale dalla vittima. Un escamotage che potrebbe portare, come sta succedendo oltre Manica, all’arresto di migliaia di persone; è il caso dei predicatori di strada o di chiunque, per qualunque motivo, si opponga a questo modo di pensare che snatura dal punto di vista antropologico la nozione di uomo”.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]S[/dropcap]econdo Amato, in Italia ci sono già i germi di questa tendenza totalitaria: “Guido Barilla è stato messo in croce e sottoposto ad una rieducazione ‘coreana’ non perché si è detto contrario ai matrimoni gay, anzi si era detto favorevole, ma perché ha parlato della famiglia naturale”. Questo il vero punto: “L’omofobia mira a scardinare la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, sia esso civile che religioso. Si profila dunque una stagione che sembra simile agli attacchi squadristi fascisti ad Azione Cattolica che fecero scrivere a Pio XI il documento «Non abbiamo bisogno»”.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]I[/dropcap]n maniera più recondita, un altro risvolto della legge è legato alla fecondazione assistita, che oggi rappresenta il vero business. Il passaggio è semplice: “Approvare la legge sull’omofobia e successivamente il matrimonio gay e l’adozione – grazie alla limitazione della libertà di opinione di chi non è d’accordo – porterà poi all’esplosione della Fivet per le coppie omosessuali: ed è questo il vero business. Uno scenario inquietante dove la famiglia verrà deformata e perderà tutte le sue funzioni riconosciute. Da quelle della Costituzione di alterità, gratuità e gerarchia, a quelle codificate da Giovanni Paolo II. Questi, nel 1987, a Rio de Janeiro, mise in guardia: «La battaglia più importante sarà quella sulla famiglia, che è la culla dove il culmine della creazione, l’uomo, cresce»”.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]L[/dropcap]a mattina seguente, com’è consuetudine del Circolo “Frassati”, il tema è stato ripreso alla presenza degli studenti delle scuole superiori, accompagnati dai loro insegnanti. Numerose e opportune le domande poste al relatore, che ha risposto facendo riferimento non tanto al credo religioso quanto a concetti di libertà, di famiglia e soprattutto ai princìpi della Costituzione italiana.
Ancora una volta è emerso come la legge antiomofobia in discussione costituirebbe, di fatto, un’ingiustizia, e come si ricorra alla Costituzione solo quando essa è funzionale all’ideologia.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]“I[/dropcap] giovani presenti – spiega la presidente del Frassati, Fernanda Foroni – hanno dimostrato grande interesse e buon senso, reso evidente dai collegamenti e dalle osservazioni sulle loro esperienze di vita”. La responsabile esprime gratitudine per la fiducia e la stima dimostrate dal mondo della scuola nei confronti delle iniziative del Circolo “Frassati”, nella speranza di aver reso un servizio alla verità.
Andrea Zambrano