– da “La Libertà” n. 3, del 26 gennaio 2013 –
Nella XXXV Giornata per la Vita, che si celebrerà domenica 3 febbraio 2013.
Restringere la prospettiva della crisi considerandone solo l’aspetto economico significa ridurne il significato etico-sociale e porre le basi per successive riemersioni dei problemi più strutturali, essendo in realtà un fenomeno che va compreso nella sua profondità e nei suoi riflessi su tutta la persona umana.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]L[/dropcap]a crisi si potrebbe paragonare alla punta di un iceberg della quale siamo portati a vedere solo la parte emersa. Il crollo dell’economia è anche dovuto alla necessità di valori più stabili che ispirino la vita delle persone a un’azione più consapevole e responsabile all’interno dei circuiti del sistema economico di cui fanno parte, sia quando si informano, sia quando lavorano, sia quando consumano, sia quando risparmiano.
In mancanza di riflessione, chiarezza e coerenza verso i principi etici che stanno a fondamento dell’agire economico, sociale e politico, anche la vita dell’uomo perde valore in se stessa perché la sua azione perde di sostanza. Per questo è estremamente necessario che il punto da cui prendono origine i valori sui quali fondare le relazioni umane, da quelle più informali a quelle più istituzionali, sia cristianamente ispirato per essere fermento a tutti i livelli della vita sociale.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]L[/dropcap]a vera uscita dalla crisi economica si ottiene attraverso il dono di sé, in quanto tramite il principio di gratuità – espressione della logica implicata nel dono – è possibile arrivare ad un modello di sviluppo umanamente sostenibile.
Un esempio positivo, assunto come modello scientifico di capitale sociale, è il sistema territoriale che si riferisce all’area gravemente colpita dal terremoto del maggio scorso. Dopo questa drammatica esperienza, abbiamo capito quanto sia importante, in particolare nelle fasi di emergenza, poter contare su una buona dote di capitale sociale: una risorsa immateriale che ha bisogno di tempi lunghi per accumularsi nelle comunità locali e che ha nella dimensione del “dono” che genera relazioni fiduciarie la sua radice prima.
Strettamente collegata alle dimensioni storico-sociali della “vita” è, dunque, per il cristiano, la dimensione religiosa della sacralità della vita che trova fondamento in Dio stesso. L’Uomo infatti, pur avendo in comune con gli altri esseri viventi le principali leggi biologiche, è anzitutto “persona”, ovvero dispone di una coscienza del suo essere e agire. E questo dato di fatto all’interno della visione cristiana è connesso con il mistero di Dio il quale guida i passi e illumina il cammino dell’Uomo. Per questo l’economia se cristianamente e antropologicamente fondata, può effettivamente permettere lo sviluppo armonioso della vita umana in tutti i suoi aspetti.
[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]F[/dropcap]esteggiare la giornata per la vita significa quindi anche riflettere e domandarsi se quelle “strutture” umane sulle quali la vita stessa si basa per il suo dipanarsi quotidiano siano in grado di offrirle un terreno fertile per farne “dono di sé”.
L’incontro di sabato 2 febbraio (alle 17.30 all’Oratorio Don Bosco di Reggio), con la relazione di don Matteo Cavani e la testimonianza di una famiglia terremotata, ci aiuterà a cogliere meglio l’orizzonte di senso grazie al quale leggere la prospettiva del dono, attraverso la crisi, oltre la crisi.
Chiara Franco e Azio Barani
Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace, Salvaguardia del Creato
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Scarica il Sussidio diocesano preparato in occasione della XXXV Giornata per la Vita, sul tema “Generare la Vita vince la crisi”